venerdì 20 febbraio 2015

Studio letterale della Bibbia, Ep.3 - La Genesi (fine del primo capitolo)

Nello scorso episodio, il secondo, abbiamo visto assieme il "Primo" e il "Secondo" giorno della creazione (v.3-8). Dimostrando l'autenticità del "Primo giorno", almeno per quello è pervenuto ai giorni nostri.
La prima cosa che faremo quest'oggi sarà quella di provare a dare una risposta a questi tre versetti, che, come vedremo fra poco, paiono ambigui.
Nella seconda parte, invece, ho dato due possibili risposte riguardo a cosa fossero le "due acque separate dal firmamento". La prima, va letta in chiave mitologica, in quanto sarebbe una rielaborazione del'antico testo Sumero "Enuma Elish" (Quando là in alto); nel quale si dice che la Terra si formò posteriormente dalla collisione fra il pianeta "Tiamàt", disintegratosi, e il pianeta "Nibìru", del quale la Terra sarebbe un frammento. Le "due acque separate dal firmamento" sarebbero quindi l'acqua presente sul pianeta Terra e l'acqua presente sul pianeta "Nibìru", una volta unite, mentre ora separati dalle stelle, allorché dal firmamento.
L'altra ipotesi, invece, è quella che "Elohìm" avrebbero potuto modificare il territorio circostante spostando due masse d'acqua presenti sulla Terra e dividendole per mezzo di una grande diga che avrebbe separato l'acqua della pianura, in basso, da quella del bacino artificiale, in alto. Vedendo la diga dal basso, le stelle; dunque il firmamento, sarebbe parso più vicino all'acqua del bacino, in quanto questi non si sarebbe potuto vedere dal basso.



Iniziamo questa terza puntata sullo "studio" letterale dell'Antico Testamento che andrà a terminare con la fine del primo capitolo della Genesi.
Saltiamo un giorno, e passiamo così al "Quarto". Vediamo i versi (14-16)

< (14)Poi Iddio disse: Siano dei luminari nel firmamento del cielo per separare il giorno dalla notte, e siano come segni per distinguere le stagioni, i giorni e gli anni. (15) E servano come luminari del firmamento del cielo e per dare la luce sopra la terra. E così fu. (16) E Iddio fece i due grandi luminari; il luminario maggiore per presiedere il giorno e il luminare minore per presiedere la notte, e le stelle.>


Come abbiamo visto, gli "Elohìm" diedero forma alla luce distinguendo il "Giorno" dalla "Notte" (v.3-5). Cosicché pare strano il fatto che Dio prima faccia la luce distinguendo il giorno con la notte e dopo crea i "luminari", ovvero gli astri: il sole che è il "luminare maggiore" per il giorno e la luna "il luminare minore" per la notte. La spiegazione al quesito, se ponderata con umiltà e senza filtri è ovvia: quanto descritto è un ambiente settico e artificiale creato dagli "Elohìm", i quali, o per il momento, il quale, stanno riproducendo "dentro" a questo ambiente quanto già esistesse "fuori". Per ora mi fermo qua. Proseguiamo:




Saltando così al "Sesto giorno";

< (24) Poi Iddio disse: produca la terra animali viventi secondo la loro specie: animali domestici, rettili, bestie selvagge sulla terra, secondo la loro specie. (25) Così Iddio fece le bestie selvagge della terra, secondo la loro specie, gli animali domestici, secondo la loro specie e tutti i rettili della terra, secondo la loro specie. E Iddio vide che ciò era buono. (26) Poi Iddio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza..... (27) Così Iddio creò l'uomo a sua immagine. >


Innanzitutto pare quanto meno strano che un animale possa nascere già "domestico" e ciò dovrebbe fare capire come "Elohìm" non crearono i primi animali sulla Terra, bensì crearono un gruppo di animali e basta. In questo caso.

Ma mettiamo i versi (24, 25) anche i secondo piano di modo che si possano analizzare i restanti due che sono, molto probabilmente, i più celebri dell'intero Antico Testamento, nonché i diretti ispiratori al nome del nostro blog.
Per capire bene questi due versi (26, 27) non c'è bisogno di analizzare parola per parola, oppure ideare chissà interpretazione filo-teologica: basta individuare un termine e carpirne l'etimologia. Capendo in sostanza anche l'intero contenuto della "Tanàkh". Questo termine è l'"immagine" che in ebraico è scritto e si dice "Tselèm".
Che cosa vuol dire "Tselèm" in ebraico? Ebbene, significa letteralmente "ciò che contiene l'immagine". Dunque gli "Elohìm", che in questo caso si manifestano ufficialmente per la prima volta come gruppo, in quanto sono loro stessi a parlare al plurale dicendo "Facciamo", "danno forma" all'uomo attraverso quel qualcosa che appartiene a loro e che "contiene la loro immagine".
Come si chiama al giorno d'oggi quella cosa che contiene "l'immagine", quindi il fenotipo, di un essere vivente? DNA.


Termina in questo modo l'analisi del primo capitolo della Bibbia. Purtroppo, per mancanza di tempo, in questa puntata mi fermo qui non potendo così vedere, come avevo  promesso alla fine del secondo episodio, la storia del giardino che fu posto in Eden. Analisi che farò comunque a partire dal prossimo episodio.

Facciamo dunque un riassunto di quanto realizzato in queste prime 3 puntate: abbiamo osservato come gli "Elohìm" abbiano creato due cieli e la materia, mentre l'oggetto di loro proprietà che produce vento fluttuava sulle acque. Quindi, essendo tutto avvolto nella tenebra, gli "Elohìm" crearono la luce per distinguere il giorno dalla notte (che è la tenebra stessa). Solo dopo aver fatto questo separarono due masse d'acqua per mezzo di una struttura che potrebbe essere una sorta di diga. Quindi, fecero il Sole, la Luna e le stelle: da questo si comprende come la luce precedente che servì per illuminare la tenebra, o la luce stessa degli astri, oppure addirittura entrambe le "luci" (la luce del secondo giorno e quella sottintesa degli astri, che pare avere, quest'ultima, una funzione più organizzatrice che "formatrice" o matrice di luce) siano di origine artificiale. Abbiamo inoltre notato che gli animali creati dagli "Elohìm" non furono i primi ad essere stati creati, in quanto non possono nascere animali già "domestici". E, dulcis in fundo, che gli "Elohìm" crearono l'uomo utilizzando il loro DNA. Alla prossima!










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