domenica 8 marzo 2015

Storia della Filosofia occidentale, Ep.5 - Anassimandro e Anassimène, i filosofi dell'Indefinito

Anassimandro (Ανασσιμάνδρο) fu un filoso e "cartografo" Greco, allievo di Talete, vissuto fra il VII e VI a.C.

Egli assorbì buona parte delle concezioni del maestro, ampliando lo studio dei fenomeni naturali sotto un aspetto più tecnico e meccanico. Rispetto a Talete, rivoluzionò una concezione cardine, sostenendo che la Terra fosse ferma, cilindrica e che essa galleggiasse nel nulla; intuendo così in un certo senso la meccanica gravitazionale.
Anche Anassimandro sostenne che all'origine della vita in generale e dell'uomo in particolare vi fosse l'acqua. Ma è un'acqua molto più concreta e meno ontologica rispetto a quella di Talete; è infatti una vera e propria Panthalassa, nella quale i primi viventi furono i pesci che furono a loro volta i progenitori dei mammiferi, e quindi dell'uomo. La vita per egli dunque, parafrasando, nacque <dall'evaporazione parziale di questo grande mare, nella quale parte asciutta essa stessa si sviluppò>  E attenzione, questa non è la spiegazione della formazione dell'esistenza ma "semplicemente" della sola Terra, il Pianeta.

La formazione dell'universo non la descrisse, perché secondo lui mai avvenne. Infatti, l'esistenza è un qualcosa di infinito e indefinito, il quale, non ha spazio, tempo e neppure l'elemento cardine dell'acqua dalla quale tutto ciò che effimero proviene. Tutto ciò che viviamo e sperimentiamo sulla Terra proviene da quell'infinito indefinito, e una volta compiuto il suo corso, ritorna là, alla sua eterna fonte.  Questa totalità impercettibile è l'ápeiron: il non-limite, il non-confine, l'infinito incalcolabile; rappresentato dall'arché: l'eterno e immanente principio.


Sempre a Milto visse Anassimène, allievo di Anassimandro, il quale fu oltre filosofo, astronomo e meteorologo.

Il pensiero di Anassimène fu una sorta di crasi fra la natura di Talete e l'arché di Anassimadro. Infatti egli, a differenza del fondatore della scuola di Mileto, non ricercò le risposte della natura nella natura stessa, ma nell''ápeiron che la plasma. A differenza degli altri, però, costui individuò come elemento primordiale l'Aria: una sorta di "alito vitale". il quale produce e manifesta tutto ciò che è attraverso le fasi di causa ed effetto della condensazione e della rarefazione. Il processo a fasi è il seguente: l'Aria, si trasforma in vento. Il vento, si condensa nelle nuvole, dalle quali cade l'acqua che si condensa in terra, la quale a sua volta diviene pietra. Al termine di tale processo avviene quindi la rarefazione; dalla quale meccanica nasce il fuoco.
Anche in questo caso, l'Aria non va osservata sotto un mero punto di vista letterale, ma è come detto sopra già scritto il soffio vitale, che, più avanti vedremo come verrà interpretato e denominato dai vari filosofi.

Per Anassimène gli elementi della vita erano dunque 5, per essere precisi (1+4): l'Aria; l'Acqua, la Terra, la Pietra e il Fuoco.



 

 - Anassimandro




- Anassimene

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