venerdì 10 aprile 2015

Storia della Filosofia occidentale, Ep.7 - Pitagora e la tetraktys


                                 


La scuola pitagorica si instaura a Crotone a partire dal 530 a.C. prendendo spunto da quelle che erano la tradizioni mistiche Egizie e Babilonesi, quest'ultime, assorbite in buona parte dagli israeliti durante il periodo di prigionia del regno di Giuda e di Israele. Ma anche da precedenti culti greci; in particolar modo dall'orfismo.
Essa, è una vera e propria scuola settaria; tant'è che è qui che Pitagora stesso conia i termini esoterismo (ἐσώτερος) per riferirsi agli allievi interni alla scuola, ed essoterismo (ἐξωτερος) per quelli che frequentavano le sue lezioni presiedendo a raduni, comizi, prediche o conferenze pubbliche.
Si può dunque affermare che la scuola sia un religione, nella quale, vi sono precise idee: l'archè immanente e veritiero è rappresentato dai numeri, dimostrato dalla perfetta successione dei numeri naturali da 1-10, tradotti nella tetràkys, o numero quaternario. I numeri pari sono considerati cosmologicamente perfetti, mentre quelli dispari imperfetti. Questi, formano la dualità; gli opposti in ogni forma, che per questi matematici sono come su accennato i 10 della tetraktis; ovvero

1) Limite e illimitato
2) Disparità e Parità
3) Unità e Molteplicità
4) Destra e Sinistra
5) Maschile e Femminile
6) Quiete/Silenzio e Movimento
7) Curva e Retta
8) Luce e Buio/Tenebra
9) Bene e Male
10) Quadrato e Rettangolo


Oltre al cardinale aspetto matematico, dunque logico, Pitagora propone anche una ricerca spirituale.
Coloro che facevano parte della scuola, quindi della branchia esoterica erano detti mathematikòi, ovvero, i matematici: essi, erano rigorosamente fedeli alle leggi che imponeva loro il maestro; avevano ad esempio l'obbligo di essere celibi, dedicarsi a pratiche mistiche e ascetiche, non bere vino ed essere vegetariani e non mangiare Leguminose, in quanto dovevano depurare l'anima affinché potesse essere più nobile e cosciente in una nuova vita. Tale dinamica veniva chiamata metempsicòsi, la quale, è la medesima reincarnazione che troviamo in diverse culture e filosofie, su tutte nei testi hindù, ben trattata nei testi dell'Upanisad.

Quelli che viceversa erano esterni alla scuola, ed erano la maggioranza, si chiamavano akusmatikòi, in italiano gli acusmatici: i quali non avevano alcun dogma da rispettare.

Si va così a delineare quello che era un apparato mistico religioso, composto dai matematici/esoterici, e quella che era un più semplice filosofia o curiosità, rappresentata dagli acusmatici/essoterici.


Pitagora formulò inoltre come già scritto la teoria della tetraktys, il quale termine significa molto probabilmente "numero triangolare". Per i Pitagorici la tetraktys consisteva in una disposizione geometrica che esprimeva un numero oppure, viceversa, un numero espresso da una disposizione geometrica. Essa, è rappresentata come un triangolo alla cui base si trovano quattro punti che decrescono fino alla punta. La somma di tutti i punti era dieci, il numero perfetto composto dalla somma dei primi 4 numeri (1+2+3+4=10), che combinati tra loro definivano le quattro specie di enti geometrici figurativi: il punto, la linea, la superficie, il solido.
Il numero triangolare è per i pitagorici una figura sacra dentro la quale, per grazia dei numeri, tutto è armonia, mentre all'esterno si dispone il caos.





Oltre a questo, nonché da questo, si sviluppano tutti quelli che sono gli studi matematici e numerologici di Pitagora. Il numero non va però concepito come una verità in sé ma come linguaggio universale della e per la verità. Tutti i numeri e la matematica pitagorica, difatti, vertono verso la spiegazione concreta di concetti altrimenti esplicati attraverso concetti più vaghi e metaforici, che, come abbiamo visto i naturalisti interpretano con la natura e i suoi eventi.

La più celebre proposizione è quella portante il nome stesso di Pitagora, quindi chiaramente il famoso Teorema di Pitagora. E altrettanto notoria è la frase che lo esprime:  

"Un quadrato in un triangolo rettangolo costruito sull'ipotenusa è equivalente alla somma dei due quadrati costruiti sui cateti." 

Altre opere attribuite a Pitagora da Samo possono essere le costruzioni dei solidi regolari, quindi dei poligoni congruenti e sovrapponibili; la soluzione geometrica di alcune equazioni algebriche, piuttosto che la meno certa ma oltremodo probabile formula del (2n-4), dunque l'operazione che spiega come

"la somma di due angoli interni in un triangolo è pari a due angoli retti."



                             



                      Ecco a voi una dimostrazione interattiva che riassume i concetti trattati.


tutto si sintetizza in due rappresentanze: l'Uno e la Dualità, elaborate dall'Uno (1) stesso; ossia il princìpio che limita, dal quale si ricavano i numeri dispari. E dalla Diade (2), il princìpio illimitato dal quale si formano i numeri pari, il quale rappresenta anche l'aspetto femminile dell'uomo, dunque, l'aspetto dell'anima, la quale, risiederebbe nell'emisfero destro. Tale pensiero, però, veniva allo stesso tempo contraddetto da un'altra scoperta di Pitagora: il numero irrazionale (che vedremo, ndr), la quale venne appositamente tenuta nascosto per non fare cadere tutto la dottrina.

Vi era ancora la Triade, quindi il Tre (3); essa rappresenta il definito, la materia, il piano geometrico; dunque l'aspetto maschile, anatomicamente riconducibile a quello che è l'emisfero sinistro dell'uomo, quello della mente.
Seguiva la Tètrade (4), che rappresenta la giustizia. Non tanto in senso giuridico e se vogliamo dire terreno, bensì sotto l'aspetto spirituale e metaforico. Il giusto è per Pitagora colui che studia la matematica, che si dedica all'ascesi, che non mangia carne, che ricerca in modo pulito.
Proseguiva ancora con la Pèntade (5), il numero rappresentato geometricamente dalla stella a cinque punte o dal pentacolo. (Ciò scritto lo abbiamo già trattato riguardo all'argomento "Baphomet", se ti interessasse, eccolo qua; http://anostraimmagine.blogspot.it/2015/03/storia-dellesoterismo-ep1-il-baphomet.html).
Infine, vi era la Dècade (10); come visto, il numero perfetto, somma dell'Uno, della Diade, della Triade e della Tètrade (1+2+3+4=10), nonché simbolo del potere e della suprema consapevolezza di sé.
Tutti, venivano immessi in un cerchio, da come possiamo vedere nell'immagine superiore della tetraktys.


                                       

 - rappresentazione dell'Uno, o Monade.





- la Diade, o due, la quale ricorda la forma di un utero femminile.






- la Triade, o tre; col triangolo intersecato nella metà della circonferenza dell'unione fra i due cerchi.






- la rappresentazione della Tetra, e quattro; il noto quadrato nel cerchio.








- la Pentade, o cinque; il pentacolo, quindi i 5 elementi, racchiusi nel cerchio.





- la Decade; la dualità perfetta ed esagonale (3+3) e (3+3) formata da dieci triangoli.

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